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L'ultimo respiro di dicembre

Posted by Federica on in Il Pifferaio Magico
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Negli ultimi giorno dell'anno, il tempo rallenta e accelera insieme, in una contraddizione che solo dicembre sa creare. Le giornate sono corte, eppure sembrano durare un'eternità. Tutto sembra fermo, tutto si muove.

Ogni gesto quotidiano — il caffè del mattino, la luce che scompare alle quattro del pomeriggio, le finestre accese dei vicini — tutto assume un peso diverso, come se ogni cosa fosse già un ricordo mentre ancora sta ancora accadendo.

Forse è questo il vero dono della fine dell'anno: costringerci davvero a guardare.

Non parlo dei bilanci, delle liste di propositi, di quel rituale ormai stanco che fa promettere a noi stessi palestra, studio, amore e profusioni di gentilezza a partire dal primo gennaio. Parlo di qualcosa di più silenzioso. Di quel momento in cui ti fermi — davvero ti fermi — e ti accorgi che un altro anno ti è passato attraverso e che sta per finire. Un altro anno ti ha cambiato senza chiederti il permesso e senza dirti il perché.

Chi eri a gennaio? Riesci ancora a ricordarlo? Quella persona aveva paure che oggi ti sembrano piccole e non immaginava di certo i dolori o le difficoltà che poi sono arrivati. Aveva speranze che si sono avverate in modi imprevisti ed altre che si sono dissolte senza fare rumore. Quell'io di gennaio sei tu, eppure non lo sei più. E questa è insieme la cosa più ovvia e più misteriosa dell'essere vivi in questo mondo.

Gli antichi romani dedicavano gennaio a Giano, il dio dalle due facce: una rivolta al passato, l'altra al futuro. Ma io credo che il vero momento bifronte sia questo, gli ultimi giorni di dicembre. Quando l'anno non è ancora finito ma sta già finendo. Quando siamo sospesi tra ciò che è stato e ciò che sarà, e per un attimo — solo per un attimo — possiamo vedere entrambi i volti dell'anno che finisce e dell'anno che comincia.

È uno spazio liminale, direbbero gli antropologi. Una soglia. E sulle soglie succedono cose strane: i confini si fanno porosi, le certezze vacillano, diventa possibile quello che prima non lo era. Il limes è un luogo interessantissimo ma al contempo molto pericoloso.

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Quest'anno ti ha tolto qualcosa? Probabilmente sì. Gli anni tolgono sempre. A volte con violenza, a volte con quella lentezza subdola che quasi non ti fa accorgere di cosa stai perdendo finché non è già perduto. Persone, illusioni, versioni di te stesso che credevi permanenti. Si comincia a morire alla nascita, diceva un saggio.

Ma ti ha anche dato. Anche questo è vero, anche se a volte è più difficile da vedere e da apprezzare. Ti ha dato giorni che non ricorderai — e va bene così, non tutto deve essere memorabile. Ti ha dato momenti che invece non dimenticherai mai, anche se mentre li vivevi non sapevi che sarebbero diventati indimenticabili e anche unici. Ti ha dato un altro giro intorno al sole, che detta così sembra una banalità astronomica, ma se ci pensi davvero — se ci pensi davvero — è una cosa enorme.

C'è una parola giapponese, "mono no aware", che indica la dolce tristezza delle cose che passano. Non si tratta di una tristezza che schiaccia, ma di una che apre. La malinconia di guardare i fiori di ciliegio sapendo che cadranno, e trovarli più belli proprio per questo. La caducità della vita, il cangiare continuo e ritmico di tutto: vita, morte, rinascita e da capo.

La fine dell'anno è tutta mono no aware. Si guardano con gentilezza ed una certa tenerezza anche i momenti difficili e dolorosi — perché anche quelli, ormai, sono tuoi. Fanno parte della storia che stai scrivendo, quella storia di cui non conosci il finale e che proprio per questo vale la pena di continuare a scrivere fino in fondo.

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Tra pochi giorni sarà un anno nuovo. Un foglio bianco, si dice, ma non è davvero così. Non ricominciamo mai da zero. Portiamo tutto con noi: le cicatrici e le risate, le cose imparate e quelle che continuiamo a sbagliare, le persone che amiamo e quelle che abbiamo perso. Non è un foglio bianco, è un capitolo fresco del medesimo libro.

E forse è meglio così.

Quindi, in questi ultimi giorni, fermati. Guarda. Lascia che l'anno finisca con calma, senza fretta di chiuderlo. Lascia che ti attraversi un'ultima volta, con tutto quello che ha portato.

Poi, quando sarai pronto, volta pagina.

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