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The Studio Hamelin Blog

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Forever Nicoleta

Posted by on in Il Pifferaio Magico
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In certi giorni, sembra che il mondo si sciolga: tutto quello che conoscevamo, come lo conoscevamo, si disgrega sotto i nostri occhi.

Spesso quest'epoca appare troppo faticosa. Gli esseri umani intorno sembrano sempre meno umani e tutto appare rumoroso, caotico e brutto. La bruttezza è una pesante forma di disarmonia. Il nervosismo del mondo è come una serpe calpestata: si lancia piena di irritazione, sprizzando ferocia e cercando un bersaglio. Pensiamo tutti di poter vivere in mondi separati: le nostre case, le nostre famiglie, i nostri angoli di spiaggia. Lo stato di ipnosi collettiva creato in modo perfetto dalla tecnologia ci tiene prigionieri. Pensiamo che il dolore degli altri e la miseria degli altri non possano mai essere i nostri. Eppure tutto è come l'oceano, dove le onde partono da un continente in modo quasi impercettibile e arrivano a sbattere fragorose e cattive su un altro continente. L'energia difficile che è nell'aria è la forza oscura del chaos. Più gli uomini vivono questa separatezza, disdegnano l'amicizia, la convivenza, la compassione, più il mondo si disgrega. Chi ha ancora sensibilità, lo percepisce chiaramente. Chi non ne ha, sente solo uno spaventoso ribollire. Chi ne ha troppa, percepisce gli zoccoli dei cavalli dell'Apocalisse. Possiamo chiederci quanto tempo manca, ma ogni minuto va vissuto, quindi questo a poco serve: è come iniziare a contare gli astri, invece che tentare di comprenderli per farsi guidare verso se stessi.

Oggi ho visto un ceffo camminare scalzo per la strada. I suoi piedi erano sporchi come la sua vanità. Mi è venuto in mente di quel pezzo sufi che recitava proprio questo: "Si lasceranno crescere le barbe, cammineranno a piedi nudi per le strade, mormoreranno preghiere a Dio e in questo modo fingeranno la loro virtù". In modo più tagliente, Erasmo da Rotterdam chiosava: "Si fanno crescere le barbe per sembrare filosofi, invece non sono altro che capre". Oggi ho visto una sguaiatezza incomparabile. La piazza più bella del mondo piena di orrende statue dorate: la vernice della superbia ignorante di chi vuole intromettersi nella conoscenza per invidia ed inadeguatezza. I ceffi di Bosch, infine, sono tutti usciti dai suoi quadri. Che profeti che avevamo un tempo! Non abbiamo più niente. Tutto è perduto. Il passato ci compiange. A piedi scalzi, le capre si beano della propria vanità e si fotografano accanto ad orrori contemporanei: il Perseo sgocciola la testa di se stesso, senza che nessuno lo osservi. Fotografie, fotografie, fotografie, a se stessi con sorrisi di plastica davanti a monumenti sconosciuti di un passato privo di senso. Vanità, invidia, avidità, gola. Il gelato colorato è meglio di Cellini, perchè le sue foto su Facebook colorano la bacheca: suscitare invidia, sempre. Il demonio che alimenta se stesso. Il simulare gioia ha sostituito la ricerca della felicità. La carne bianca è molle come il mascarpone, gli abiti non sono più dedicati a rivestire, ma a intrappolare deformità inconsuete. Il rumore, il rumore, sembra una gara a chi urla più forte. Ma dov'è la grazia? E se qui c'è questo chaos, cosa accade lassù nel cielo? Non fa altro che piovere, ecco la risposta. Piove, urla, sbatte il vento, tenta di ripulire queste vergogne, si sdegna il cielo contro di noi: allagamenti, smottamenti, acqua, freddo, bollore, poi acqua e ancora acqua. Non basta mai. Il cielo piange.

Tuttavia...tuttavia.... Bisogna alzare gli occhi da terra e catturare i dettagli. Un fregio, un affresco, una spada di pietra, un portone. Due vecchi per mano e una mano sul bastone, il cappello di paglia calcato con dolcezza. Un bambino biondissimo corre con un palloncino in mano e ride agli angeli. Un ragazzo dipinge "La ragazza col turbante" di Vermeer per terra. E' sporco e concentrato. Vive copiando bellezza sui pavimenti ottusi d'Europa. Il chaos ha seminato il suo disordine in modo equanime, in quasi ogni angolo del pianeta. Il chaos conosce il buon uso dei virus e le tecniche ipnotiche più raffinate. Un minuto, due minuti, tre minuti davanti alla copia imperfetta del Vermeer. Gli occhi, la bocca innocente e desiderabile e un secolo scuro che già lamentava la sua imperfezione dolente, dopo che era stata già sottolineata dai saggi in tutti, tutti, tutti i secoli precedenti. Alla caduta, può seguire solo un rotolamento perpetuo verso il basso. L'età dell'oro non tornerà mai più. Il progresso non comporta miglioramento, ma solo movimento. L'evoluzione è tutta un'altra cosa. Eppure, ho detto questo, in una giornata bella e difficile come oggi: una strada può essere un via trafficata e rumorosa eppure può essere anche un luogo bellissimo. Dipende da con che occhi la si guarda. Dipende soprattutto dall'apertura del cuore. Quanto siamo disposti a tenere aperto il cuore? Perchè è lui quello che guarda, gli occhi sono solo uno dei tanti strumenti.

Dobbiamo farci portatori del peso del nostro tempo, qualsiasi esso sia. Il mondo è in qualche modo bellissimo, essendo un riflesso di perfezione. Nonostante la confusione, si può ancora guardare oltre. Ogni epoca ha un peso per chi la porta e ogni portatore ha la forza per sopportarla. Non c'è nulla al mondo di veramente insopportabile, se è qui e per questo che siamo nati.

La ragazza dall'orecchino di perla aveva un grande sfregio sulla guancia. La bellezza è qui, nonostante il selciato sia spezzato.

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